Scusa ma la domanda mi sorge davvero spontanea ... è ancora vivo?

Esiste un conflitto d'interessi con le K in questo forum, meglio scrivere le parole in maniera appropriata
Sì, ma con le carte in mano non mi vedrà mai più.
Me lo scrivo. (E lo scrivo a lui). Grazie mille K, questo aneddoto è una risposta allo stesso tempo educata ma tosta, oltre ad essere molto interessante.K ha scritto: ↑12/03/2018, 11:06Paganini non ripete.
Creiamo e "cogliamo" l'occasione per buttare lì l'aneddoto riassumendo quanto dice Wikipedia:
Questo detto popolare ebbe origine nel febbraio del 1818 al Teatro Carignano di Torino, quando Carlo Felice, dopo aver assistito a un concerto di Paganini, fece pregare il maestro di ripetere un brano. Paganini, che amava improvvisare molto di quello che suonava e alcune volte si lesionava i polpastrelli, gli fece rispondere «Paganini non ripete». Per questo motivo gli fu tolto il permesso di eseguire un terzo concerto in programma.
In seguito a questo, annullò i concerti che doveva ancora tenere a Vercelli e Alessandria. In due lettere inviate all'amico avvocato Germi scrisse: «La mia costellazione in questo cielo è contraria. Per non aver potuto replicare a richiesta le variazioni della seconda Accademia, il Sig. Governatore ha creduto bene sospendermi la terza…» (il 25 febbraio 1818) e poi «In questo regno, il mio violino spero di non farlo più sentire» (l'11 marzo dello stesso anno). Ma si contraddisse nel 1836 quando tornò a suonare proprio a Torino per ringraziare Carlo Alberto per la concessione di legittimazione del figlio Achille.
Da allora la vulgata «Paganini non ripete» viene usata per motivare il rifiuto di ripetere un gesto o una frase.
Pensate a quanto sia affascinante ascoltare Giobbi introdurre aneddoti storici, apparentemente estemporanei, nei suoi effetti.
Se ben venduto accresce il valore del mago e, oltretutto, aiuta a riprendere in mano le redini ed il controllo della situazione. In questo modo qualunque uscita sarà più facilmente accettata (e.g. ma per questa volta voglio fare un'eccezione, anzi, proviamo a renderlo ancora più difficile).
Inoltre quando si studia un effetto sarebbe utile prendere bene in considerazione il finale, uno spettatore che chiede il bis potrebbe segnalare debolezze nella costruzione, le quali portano l'effetto ad essere vissuto più come come un "virtuosismo".
Una magia ben costruita dopo il finale lascia il pubblico "offuscato", in uno stato che difficilmente porta a concepire l'idea di un bis.
Dopo routine complesse come Mirage non avrebbe nemmeno senso chiederlo, mentre gli effetti flash sono sempre a rischio di "Puoi rifarlo?" e quindi sarebbe meglio tenerlo presente da prima.
Quando facciamo volare una carta dobbiamo già aspettarci quella richiesta (bis) ma saperlo prima è un vantaggio enorme e può anche (se ben gestito) accrescere il potenziale del tutto perché nasce da una situazione "apparentemente" casuale.
Esistono poi (altro spunto) plot/routine pesantemente basati sulla ripetizione, come la Carta Ambiziosa o i Knotted Silks (dove Slydini sfidava il pubblico ma essendo un adorabile vecchietto poteva permetterselo).
Tutto ciò per sottolineare l'importanza della prospettiva. Bisogna saper guardare le cose dal maggior numero possibile di punti di vista, ecco perché diventa fondamentale non limitarsi a studiare solo magia.
Caspita! è una delle prime cose che si insegnano della Magia! Mai dire quello che si farà, e mai ripetere lo stesso effetto nella stessa esibizione!Vin Brillante ha scritto: ↑04/03/2018, 19:18Il bis me l hanno kiesto con lo stesso effetto....
Credo che non lo rifarò...
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